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Mantova vestita di primavera

Mantova vestita di primavera
Mantova si veste di Primavera

sabato 28 gennaio 2012

Il nostro fior di loto

Si racconta che un giovane viaggiando per l'oriente conobbe una ragazza dagli occhi a mandorla e con la pelle profumata come i petali del fior di loto. Venuta a Mantova, la povera ragazza, nello specchiarsi nel lago, vi cadde, perdendo la vita. Il ragazzo allora gettò dei semi del fiore nel lago in modo che, fiorendo ogni estate, potessero ricordare con il loro profumo e la loro delicata bellezza la sua sposa e sconfitto dal dolore si tolse la vita sparendo anch'egli nelle acque del lago.


Nei laghi mantovani sono presenti i fiori di loto (nelumbium nucifera), originari del Sud Est asiatico.
Visitando questa bellissima città, che puoi raggiungere partendo da Rimini nel giro di 2 ore nei mesi di Luglio ed Agosto si può avere la sorprendente sorpresa di ammirare la spettacolare fioritura. Sia con una gita in barca che dalle sponde del parco pubblico di Belfiore si può ammirare quest'isola galleggiante.



Oltre al re incontrastato del lago, è facile vedere le specie autoctone come la castagna d'acqua (Trapa natane), detta anche Trigol, particolarmente sviluppata sul lago di Mezzocon i suoi frutti forma di piramide e commestibili, le isolette di ranuncolo d'acqua (Nuphar luteum) con i loro fiori di colore giallo dorato, che aprendosi solo in parte mantengono la particolare forma rotondeggiante e le ninfee bianche con uno splendido fiore profumato che forma raggruppamenti vegetali assieme alle altre ninfee ed erbe galleggianti (morso di rana, salvinia, cheratofillo etc).



Sul margine, assieme alle canne palustri, salici piangenti e cariceti (la famosa "carésa" utilizzata per impagliare sedie e confezionare cappelli e altri prodotti artigianali), cresce l'ibisco di palude, autoctono e molto raro, che si trova oltre che nelle Valli del Mincio solo in Toscana, Friuli e Veneto. Ormai scomparsa in questi territori, come in quasi in tutta Italia, l'Aloe d'acqua (Stratiotes aloides).






Gli uccelli trovano nei canneti e nelle acque del territorio palustre il luogo ideale per deporre le uova e trovare cibo. È la fauna aviare quindi quella più rappresentativa della zona anche più limitrofa alla città.
L'airone rosso, le gallinelle d'acqua, le folaghe con tipico piumaggio nero in contrasto con il bianco che si estende sulla regione frontale, e altri anseriformi utilizzano il lago per "fabbricare" nidi galleggianti al limitare del canneto sulla riva o su accumuli vegetali mai troppo a largo, l'airone cenerino invece, nidifica sugli alberi vicini ai numerosi corsi d'acqua per l'irrigazione che si ramificano per i campi della provincia, luoghi di nidificazione e di caccia anche delle poiane dei tarabusi e delle più "riservate" civette. La famiglia degli aironi presenti nelle acque del Parco del Mincio, oltre al rosso e al cenerino comprende anche le garzette, svassi, sgarze ciuffetto e le nitticore.
Solitamente questi uccelli si osservavano solo nei mesi tra aprile e settembre perché specie migratorie, ma negli ultimi anni hanno preferito sostare anche d'inverno. Tra le canne si nascondono i nidi della cannaiola e del basettino.





Ma le dolci acque del lago e delle paludi del Mincio e del Po sono popolate anche dal pesce gatto, tinca, carpa, persico, anguilla e dal vorace e forte luccio. Lepri, fagiani e volpi possono essere i protagonisti di qualche incontro notturno nelle campagne mantovane. Rimpinzate dalle generose mani dei visitatori anche anatre e cigni sono da annoverare tra le specie presenti in "suolo" virgiliano, popolando, ormai senza troppi timori della presenza umana, le sponde dei laghi.
Compiendo gite in barca con apposite imbarcazioni, con l’aiuto dei barcaioli si possono cogliere fiori di loto.
La riserva naturale del Mincio dona ai visitatori un’esperienza indimenticabile il forte contatto con la natura fa apprezzare ancora di più le gite che possono essere anche di un sol giorno per rientrare poi in serata.





fonte : http://www.lacittadimantova.com